Caso Froome, potrebbero servire diversi mesi per conoscere il verdetto
Lo scandalo che vede coinvolto Chris Froome potrebbe andare per le lunghe. Nonostante il corridore britannico abbia dichiarato di voler chiarire la vicenda il prima possibile, in realtà ci vorranno diversi mesi prima di poter mettere la parola fine sulla vicenda della sua positività al salbutamolo. Come riporta Le Monde, la squadra legale e scientifica che segue keniano bianco non ha ancora effettuato gli studi in laboratorio per dimostrare la buona fede del suo assistito. Dietro a questo mancata analisi non ci sarebbe la volontà di prendere tempo, ma piuttosto l’intenzione di studiare il caso e le sue specificità nei minimi dettagli, in modo da comprendere nel migliore dei modi cosa non abbia funzionato nel metabolismo di Froome lo scorso 7 settembre.
Gli studi scientifici potrebbero quindi esser effettuati nel 2018 per poi poter discutere il caso davanti al tribunale dell’UCI e successivamente eventualmente alla WADA o al TAS di Losanna. Come era peraltro prevedibile, non è quindi da escludere che Froome possa iniziare regolarmente la stagione, partecipando anche al Giro d’Italia 2018, se non addirittura anche al Tour de France, prima che possa essere presa una prima decisione sul suo caso.
Tempistiche quindi ancora incerte, mentre inizia a delinearsi quella che potrebbe esser dal punto di vista scientifico la difesa del quattro volte vincitore della Grande Boucle. Da una parte si vorrebbe infatti sottolineare come la causa del valore anomalo sia la disidratazione, visto che diversi studi scientifici hanno dimostrato come questa possa portare ad problemi nella dispersione del salbutamolo, come aveva ipotizzato anche Alessandro Petacchi, provocando il superamento del limite consentito. La seconda motivazione dell’entourage di Froome è legata a motivi fisiologici che possono influenzare in maniera negativa il metabolismo di salbutamolo. In particolar modo, l’assunzione di alcune sostanze alimentari o farmaceutiche potrebbe alterare il comportamento del salbutamolo, così come la stessa assunzione per periodi prolungati potrebbe a sua volta provocare alcune alterazioni rispetto alla normale reazione di un corpo.
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Il caso di Froome non è affatto così ambiguo come alcuni dicono: ha superato i limiti e stop. Proprio la Sky che si fa un vanto di programmare tutto fin nei minimi dettagli, dal body aerodinamico al numero di km che ogni gregario passa a tirare in ogni tappa, avrebbe commesso un errore così madornale? E d’altronde, se tu sai che hai un certo problema legato alle salite, allora non fai certe corse: non esiste che le fai lo stesso e chiedi un trattamento speciale che ti avvantaggia sugli altri. In realtà, il procedimento giudiziario servirà non tanto a dimostrare se Froome ha violato le regole, cosa già chiara in partenza, ma se ormai la potenza politica, economica e mediatica di Sky è talmente forte da poter garantire l’impunità ai suoi corridori anche quando assumono sostanze in quantità ben più forti di altri, come petacchi e Ulissi, che non avendo santi in Paradiso si son presi la loro bella squalifica…